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CONTROSTORIA FUTURA

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LA GUERRA NEL DOPOGUERRA IN ITALIA

“Le operazioni di stay behind Decima Mas nell’Italia occupata, in guerra e nel dopoguerra…le verità, le mezze verità e le grandi bufale”

 

Dopo “LA RESISTENZA FASCISTA”, libro che tratta di un pezzo di storia completamente occultato, ovvero quello della resistenza opposta agli angloamericani invasori nel Sud Italia occupato, Daniele Lembo ha prodotto un nuovo e interessante lavoro.

Per i tipi della M.A.RO. Editrice è stato edito un volume da titolo “LA GUERRA NEL DOPOGUERRA IN ITALIA”

Il saggio, che ha come oggetto le operazioni di Stay Behind organizzate dalla Decima Flottiglia Mas, nel corso della guerra nell’Italia occupata, intende affrontare anche il tema di quelle operazioni di Stay Behind approntate dalla Decima in vista dell’intera occupazione della Penisola. Ne da atto il sottotitolo di questo lavoro che è “Le operazioni di stay behind Decima Mas nell’Italia occupata, in guerra e nel dopoguerra…le verità, le mezze verità e le grandi bufale”

La Decima Flottiglia Mas Repubblicana di Junio Valerio Borghese ebbe alle dipendenze un Battaglione di sabotatori incursori, denominato Battaglione Nuotatori Paracadutisti.

Il Battaglione N.P., che fu il primo reparto di Fanteria di Marina a nascere in seno alla Decima Repubblicana, generò, in seguito, il Battaglione Vega. Ufficialmente, il Vega era il “Deposito” del Btg. N.P., ovvero il reparto dal quale il Battaglione principale avrebbe dovuto trarre il personale (i complementi) da inviare al fronte. Quest’ultimo fu solo un compito di copertura e, in realtà, il Vega fu un reparto specializzato in azioni di guerra non ortodossa, sabotaggi, spionaggio ed “Operazioni Sorpasso” nei territori italiani invasi. In breve, il Vega lasciava uomini perfettamente addestrati ed equipaggiati nei territori dei quali si prevedeva l’occupazione. Una volta che quest i territori fossero caduti nelle mani degli Angloamericani, gli uomini/Vega avrebbero eseguito azioni di attacco alle spalle del nemico con rapide puntate del tipo “mordi e fuggi” ed attività informativa.

(Negli anni a venire, con la scoperta di Gladio, le “Operazione Sorpasso” sarebbero divenute meglio famose con il nome inglese di “Stay Behind”).

In vista della caduta finale del fronte, il Vega articolò un ampio piano di Stay Behind in tutte le province del nord (Milano, Genova, Bologna, Modena, Torino, Venezia e Treviso), destinando in tutte queste città uomini armati ed equipaggiati, che si occultarono nel tessuto sociale aprendo bar, negozi di radiotecnici, ditte di trasporto ecc., nell’attesa che arrivassero gli Alleati per poi poterli attaccare alle spalle. Era questa l’ultima operazione militare della Decima.

Negli anni seguenti, sull’operato del Battaglione sono nate alcune errate interpretazioni. C’è stato chi ha voluto vedere nel Vega l’inizio di Gladio e chi addirittura ha descritto la banda Giuliano come un’emanazione della Decima Mas, asserendo che il 1 giugno 1947, a Portella Della Ginestra, a sparare c’erano anche quelli della Decima.

Addirittura, si è ventilata l’ipotesi, (a parere dell’autore completamente infondata ), che lo stesso bandito Giuliano fosse un uomo del Vega.

Indubbiamente la Decima, tramite i suoi agenti speciali nei territori invasi, poteva avere interesse a contattare Giuliano e la sua banda. Le Forze Armate Repubblicane si sarebbero potute giovare dell’alleanza con Giuliano per creare una quinta colonna alle spalle degli angloamericani.

La ricerca di tale alleanza, qualora ci fosse stata, nel corso della guerra, poteva anche ritenersi lecita, nella misura in cui in guerra tutto è lecito e vale il principio secondo il quale “i nemici dei miei nemici sono miei amici”

Di contro Giuliano, in cerca di una legittimazione politico ideologica, poteva avere interesse a contattare la Decima. Salvatore Giuliano che era un latitante, ha sempre tentato di affermare la leggenda che egli non fosse un delinquente comune ma un uomo spinto dalle ingiustizie patite a fare quello che aveva fatto. In una situazione come quella della Sicilia dell’epoca, il confine tra la figura del delinquente e quella del patriota poteva essere labile e il bandito ha sempre provato ad acquisire nell’immaginario collettivo una fisionomia idealistica che giustificasse le sue gesta. Il contatto con le Forze Armate fasciste avrebbe potuto fornirgli questo alibi morale, trasformandolo da delinquente in combattente per la libertà della Patria invasa.

Le due realtà, quella militare della Decima Mas e quella banditistica di Giuliano potevano avere, quindi, interesse ad avere dei contatti conflitto durante, ma di qui ad affermare che quell’alleanza effettivamente ci fu, ce ne corre.

C’è un dato fatto che è tale da sciogliere ogni dubbio in merito e che viene di seguito riportato:

che Giuliano abbia tentato di contattare le Forze Armate Repubblicane non è frutto di una semplice deduzione ma è un solido fatto. A prova di quanto affermato, basta riprendere quanto scritto dallo stesso Daniele Lembo nel suo precedente lavoro, dal titolo La resistenza Fascista, circa l’invio a Napoli, da parte di Giuliano di suoi emissari per contattare la Rete Pignatelli ed offrire collaborazione e sostegno economico.

Tratto da LA RESISTENZA FASCISTA, opera  dello stesso autore:

“Con la cattura del principe verrà meno ai suoi uomini la disponibilità delle sue finanze personali che, fino a

quel momento, il Pignatelli ha messo a disposizione della causa, sebbene anche queste incomincino a venirgli meno. “La mancanza di fondi- scriverà il Pignatelli - ci fu presto contraria. Il sacrificio personale di mia moglie e mio non poteva sopperire che in minima parte al sempre crescente fabbisogno, specie per il blocco della nostra industria di legnami requisita dagli inglesi”[1]

Gli aiuti economici promessi dalla R.S.I. alla principessa Pignatelli non arriveranno mai, o meglio, saranno spediti ma non giungeranno mai a Napoli.”

“La possibilità di ottenere cospicui finanziamenti si presenterà per gli uomini dell’organizzazione fascista da una fonte quanto mai inaspettata. Una proposta di finanziamento arriverà addirittura dal bandito siciliano Giuliano che invia a Napoli suoi emissari per contattare la centrale della Rete Pignatelli.: “vi fu ancora tra me e Ioele - racconterà l’Arch. de Pascale nel suo memoriale – una situazione che influì sui nostri rapporti. Ioele chiedeva insistentemente che io incontrassi degli emissari del bandito siciliano Salvatore Giuliano che si trovavano a Napoli: mi volevano comunicare una certa disponibilità del loro capo ad appoggiare la nostra causa e, anche se occorreva, con aiuto in denaro. Gli dissi che non intendevo fare certo sgarbo a queste persone, ma non potevamo essere fiancheggiati da un movimento palesemente fuorilegge e separatista. A certi principi morali e ideali non potevamo venire meno.
Alcuni giorni dopo Rosario Ioele si presentò al mio studio accompagnato da due persone. …(…)… Egli mi presentò costoro, che mostravano modi cortesi e civili, Iole mi disse che i “signori volevano conoscermi personalmente” e volevano avere una risposta su quanto lui aveva precedentemente proposto. Non esitai a dire, col dovuto garbo, che li ringraziavo della loro offerta e solidarietà ma non potevo accettarla per ragioni inerenti ai principi della nostra organizzazione. Costoro, i verità, furono corretti più di quanto io potessi aspettarmi. Aggiunsero che la persona che loro rappresentavano, in caso di necessità o di nostro ripensamento, si sarebbe mostrato sempre disponibile ad aiutarci. Ioele non gradì la mia presa di posizione, come io non gradii la sua ingerenza nel mio campo d’azione. Sentivo d’aver fatto bene: la mia non era una presa di posizione contro salvatore Giulia no, ma era il rispetto a un principio morale e organizzativo: gli angloamericani per conquistare la Sicilia si erano serviti del fecciume della malavita e della camorra, cosa che noi detestammo e commentammo in modo decisamente negativo. Non potevamo usare noi la loro stessa arma, anche se Giuliano all’epoca era considerato solo un fuorilegge e, da un certo ambiente di propaganda giornalistica, era commentato sotto una luce in certo qual modo romantica”

“Il tentativo di avvicinamento al fascismo clandestino fatto da Salvatore Giuliano è chiaro. Egli sa che la rete Pignatelli ha ramificazioni anche in Sicilia e cerca nuove alleanze per il suo movimento che non è solo una semplice attività delinquenziale, come qualcuno ha voluto farla passare.”

Quindi, Giuliano tentò di contattare il clandestinismo fascista al sud, ma se Giuliano aveva il contatto degli uomini della Decima in Sicilia, o meglio, se Giuliano era addirittura un uomo della Decima perché doveva mandare i suoi uomini a Napoli a contattare la Rete Pignatelli nella figura di Antonio De Pascale?

Nel suo ultimo saggio, Daniele Lembo, oltre a trattare della Decima e del Vega, avvalendosi della non vasta la bibliografia esistente sull’argomento, di testimonianze e memoriali e di documenti provenienti dal National Archives di Washington, smonta una serie di errate interpretazioni nate sull’attività della Decima nei territori occupati e nel dopoguerra.

Tra gli errori circolanti, circa una presunta operatività della Decima nel dopoguerra, vi è sicuramente anche quella che vorrebbe la corazzata Novorossijsk (già Giulio Cesare ) come affondata dagli uomini della Decima. Anche questo mito viene completamente disarticolato da Daniele Lembo.   

Il libro si chiude con un capitolo sul Golpe Borghese, dal titolo: Il golpe borghese… fu un reale tentativo insurrezionale o una gigantesca bufala?

 

TITOLO: LA GUERRA NEL DOPOGUERRA IN ITALIA” Costo 25 euro

MARO EDITRICE - Strada Vicinale della Pieve n.11 Copiano PV

Tel  0382 2968151/2

Per chi volesse contattare l’autore: EMAIL: danielelembo@email.it oppure al nr. 328/9156050.

Per chi volesse saperne di più sulla Decima Flottiglia Mas, dello stesso autore, si consiglia di leggere: X° MAS- collana War Set – Documenti illustrati della storia edito dalla Delta Editrice di Parma - B. Go. Regale, 21 - 43100 (tel 0521 287883  fax 0521 237546 email:  deltaed@iol.it ). Costo: 6,8 euro.

INDICE DEL LIBRO

PREMESSA - Due storie dell’infanzia : zio Settimio e zio Antonio
PARTE PRIMA - I nuotatori paracadutisti dall’entrata in guerra all’aprile 1945
CAPITOLO 1 - I battaglioni “N” e “P” della Regia Marina e i nuotatori paracadutisti della Decima Flottiglia Mas
CAPITOLO 2 - Le azioni oltre le linee degli N.P. della Decima
CAPITOLO 3 - Il Battaglione Vega
CAPITOLO 4 - La resistenza nei territori invasi e le missioni informative al sud in appoggio ai patrioti
PARTE SECONDA - Le operazioni di stay behind della Decima in vista della definitiva caduta del fronte e il dopoguerra
CAPITOLO 5 - Il fascismo voleva sopravvivere alla sconfitta militare
CAPITOLO 6 - Le operazioni di stay behind del Vega in vista della sconfitta
CAPITOLO 7 - I documenti del N.A.RA. e una distorta interpretazione dei fatti.
CAPITOLO 8  -L’ultima operazione del Vega nelle province dell’Italia del Nord aveva scopi esclusivamente militari
CAPITOLO 9  - Quando gli americani tentarono di arruolare quelli della Decima e i fascisti
CAPITOLO 10  -La Decima e Giuliano - Gli equivoci sui rapporti la Decima e la banda Giuliano, in guerra e nel dopoguerra
CAPITOLO 11 Il mistero dell’affondamento della Novorossijsk
CAPITOLO 12  Il golpe borghese… fu un reale tentativo insurrezionale o una gigantesca bufala?

L’AUTORE

Daniele Lembo, nasce nel 1961 a Minori (SA), in Costiera Amalfitana, e dopo la maturità liceale frequenta il corso biennale della Scuola Ispettori della Guardia di Finanza. Laureato in Scienze dell’Amministrazione e dell’Organizzazione è pubblicista iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio.
Cultore di studi storici sulla partecipazione italiana al secondo conflitto mondiale è autore di varie cronache sull’argomento. Suoi articoli sono apparsi su Storia del XX Secolo, Storia del Novecento, Storia e Dossier, Storia Verità, Eserciti nella Storia, Storia e Battaglie, Aerei nella storia, Aeronautica, Cockpit.
Nel 1999 è stata edita una sua monografia dal titolo “Taranto…fate saltare quel ponte”, avente come tema i Nuotatori Paracadutisti della Regia Marina; nel 2000 è apparso un suo saggio dal titolo “I Fantasmi di Nettunia – I reparti della R.S.I. impegnati sul fronte di Anzio – Nettuno”; nel 2001 sono apparsi due altri suoi lavori, di cui uno avente come tema la storia Regia Aeronautica dal titolo “Il lungo Volo della Regia” ed un saggio dal titolo” I Servizi Segreti di Salò – Servizi Segreti e Servizi Speciali nella Repubblica Sociale Italiana”. Nell’anno 2002 è stato pubblicato “Il prigioniero di Wanda”, ovvero il suo primo romanzo d’ambientazione storica. Nel 2003 ha dato alle stampe il volume “ La Carne contro l’acciaio - Il Regio Esercito Italiano alla vigilia della seconda guerra mondiale“.
Infine, nel 2005, è stato pubblicato il suo saggio “La resistenza fascista - La “Rete Pignatelli e la resistenza fascista nell’Italia invasa dagli angloamericani”
Attualmente vive a Cisterna di Latina.