Tra la fine di aprile e l’inizio del maggio 1945, una ragazzina Savonese di appena tredici anni fu sequestrata e assassinata da alcuni uomini che facevano parte delle formazioni partigiane locali.
Tra il rapimento e il suo crudele omicidio, intercorsero alcuni giorni, durante i quali l’adolescente subì violenze di ogni tipo.
Questo libro, corredato da fotografie e atti dell’epoca post Liberazione , racconta in modo documentato e obiettivo, in un asciutto stile giornalistico, il fatto, partendo dalla descrizione dei tempi pericolosi in cui si svolse, descrive la personalità di Giuseppina Ghersi e i suoi interessi, tratta dell’arresto arbitrario dei genitori della ragazzina, delle pressioni e delle violenze a cui furono sottoposti per costringerli a rivelare il nascondiglio della tredicenne, racconta dei furti che subirono e della iniqua ghettizzazione che patirono, anche a distanza di anni dalla fine della guerra.
L’episodio è abbastanza conosciuto in città, ma pochi ne parlano per non tangere l’apparente consenso creatasi attorno alla Resistenza e soprattutto per timore di alcuni personaggi ancora vivi che ebbero un ruolo nell’omicidio.
Fu un crimine infame che macchiò la lotta di Liberazione , uno dei tanti, indelebile, nella coscienza di chi lottò, credendoci veramente , per gli ideali di Giustizia e di Libertà.
Questo misfatto fu davvero orrendo e accostò chi lo commise, agli aguzzini nazisti dei campi di concentramento.
Dopo la morte della bimba, a fronte delle giuste e appassionate proteste dei genitori, si cercò di giustificare gli assassini affermando che era stata una esecuzione sommaria di una spia fascista, ma appare chiaro che si tratta di una scusante improponibile, buona solo per i gonzi o per le persone in cattiva fede.
Nel libro si racconta anche la profonda solitudine dei due genitori, che furono colpiti in tutto, negli affetti, nella libertà personale, nel diritto di parlare, nei loro beni personali, casa compresa, attorno a loro venne creato il vuoto, condannandoli alla morte civile.
Furono costretti a trasferirsi lontano da Savona, dove tornavano periodicamente unicamente per occuparsi della tomba della loro piccola. Colpisce moltissimo il clima di conformismo che circonda questo, come tanti altri, omicidio inquadrato una guerra civile , vera e propria, dove gesti infami furono compiuti ai danni di tanti innocenti, etichettati come fascisti.
Dopo tanti anni, la figura di Giuseppina Ghersi sovrasta moralmente i suoi assassini, che appaiono per quello che realmente sono : miserabili, vili e inutilmente crudeli, forti con i deboli e deboli con i forti.
Il caso tragico della povera Giuseppina pesa ancora sulla coscienza collettiva di una città come Savona, dove può accadere di tutto senza che nessuno si stupisca di nulla, in un clima di conformismo grigio e triste.
Il libro conta 75 pagine ed è dedicato ad un Savonese coraggioso, Vito Cafueri, Ufficiale di Marina in pensione, che per primo provò a divulgare il fatto, quarto di una serie sulla Guerra Civile Savonese, può essere trovato nelle edicole e nelle librerie oppure può essere ordinato direttamente all’Autore via mail, robertonicolick50@alice.it specificando l’indirizzo a cui riceverlo per posta contrassegno.
Roberto Nicolick