I "Diari di Eisenhower" curati da Robert H. Ferrel raccontano grande parte degli eventi della vita del famoso generale secondo gli appunti, scritti quasi completamente a mano, in forma sporadica, dal 1935 al 1967. I documenti originali si trovano nella "Dwight D. Eisenhower Library" in Abilene, Kansas.
Per tre quarti il diario del 1942 fu pubblicato a cura di Alfred D. Chandler Jr., "The Papers of Dwight D. Eisenhower: The War Years", vol. I. La parte rimanente fu rimossa dal generale, consapevole di essere stato troppo franco.
Per un quadro completo del personaggio, è necessaria la lettura del diario di Harry C. Butcher, addetto navale presso il Quartiere Generale, "My Three Years with Eisenhower", del diario di Ann Whitman, segretaria privata, e delle carte di Kevin McCann, aiutante e stenografo. Di secondaria importanza, ma forse di qualche utilità, potrebbe essere la lettura delle memorie dell'ausiliaria britannica addetta come autista personale (tuttofare) del generale durante la permanenza nel teatro europeo: Kay Summersby Morgan "Past forgetting: My Love Affair with Dwight D. Eisenhower".
Nel libro di Ferrel l'Italia, (o gli Italiani), è citata quattordici volte, alle pagine 3, 57, 95, 96, 98, 99, 100, 101, 102, 103, 111, 137, 141, 334.
Mussolini è citato una volta, a pag. 98, e Badoglio tre volte, alle pagine 98, 99 e 101.
L'unico giudizio sugli Italiani, a pag. 95, non è positivo: "The little island of Pantelleria, lying between Sicily and the northeastern coast of Tunisia, was taken on June 11; and its capture proved so easy that it heartened the attacking force for Husky. Pantelleria could have proved a tough nut, for it was topographically unsuited to airborne attack and required bringing in troops under the guns of the defenders. No one knew how strong were its defenses, and the island seemed a small Gibraltar. But the defenders, Italians all, had no stomach for naval bombardment, and after Eisenhower sent in a half-dozen cruisers and ten destroyers to shoot up the fortress, the defenders - some eleven thousand - surrendered at the outset of the land assault."
La lettura di “My Three Years with Eisenhower “ , diario personale del Capitano di Corvetta Harry C. Butcher, USNR, aiutante navale di Eisenhower dal 1942 al 1945, consente di pervenire all’origine di una dichiarazione sulla resa incondizionata dell’Italia, camuffata da armistizio per una serie di motivi di opportunità politica.
Pag. 405: Algeri, venerdì 3 settembre 1943. Ieri, nel tardo pomeriggio, Ike ha ricevuto un messaggio dai generali Alexander e Beetle, con cui comunicavano che “per ragioni operative” poteva rendersi necessario per uno di loro firmare l’accordo di armi-stizio e di “resa incondizionata” con il generale Castellano, col quale si erano incontrati in Sicilia. Ike aveva già trasmesso via radio ai due che, secondo i termini con cui la Russia aveva approvato l’accordo proposto, solo Ike era direttamente investito del potere di apporre la firma, benché egli preferisse delegarne ad altri la responsabilità. Ike era alla fattoria quando arrivò il messaggio, che alludeva al permesso di una firma per delega. Whiteley (AFHQ Chief Deputy General Jock Whiteley) lesse ad Ike per telefono dal mio ufficio i punti essenziali del messaggio. Mi resi immediatamente conto dell’importanza che Ike in persona firmasse il documento, non solo per l’importanza storica, ma anche perché gli spettava come Comandante in Capo Alleato. Lo richiamai per offrirgli la mia opinione sull’importanza che avrebbe dovuto essere in tutti i modi il firmatario.
Andai poi in fretta alla fattoria e trovai che aveva ordinato di mettere in allerta la Fortezza (Boeing B-17 Flying Fortress) per un viaggio di primo mattino in Sicilia. Ovviamente, si irritò per la mia intromissione. Le comunicazioni radio con il 15° Gruppo di Armate erano state pietose durante l’intera giornata, così decisi di volare là, nel caso che Castellano stesse già aspettando l’approvazione finale del suo governo per apporre la sua firma. Ike aveva accettato di passare in rassegna sabato la 1a Divisione di Fanteria Britannica nelle vicinanze di Hammamet. Stavo concertando i particolari per il Tenente Generale Allfrey, Comandante del V Corpo. Ike mi diede istruzioni per seguire la faccenda, rimediare un C-47 (Douglas C-47 Skytrain-Dakota) e accompagnare il Generale Allfrey e il seguito, perché la sua Fortezza, con cui si era offerto di accompagnarli, non era al momento disponibile. Il Maggiore Lee fu incaricato di accompagnare Ike all’incontro per firmare lo storico documento – un incontro che avrei molto rimpianto di perdere - ma Ike disse che era un “crooked deal” (un affare disonesto) e che non sarebbe stato reso pubblico per almeno dieci anni, dopo la fine della guerra. Tuttavia, pensai che una foto scattata di nascosto con la mia Contax avrebbe avuto un valore incalcolabile. Chiesi a Lee di contrabbandarne una o parecchie con la sua macchina. Ike trovava che i termini dell’accordo erano eccessivamente duri. Egli sospettava che i nostri Governi di casa volessero organizzare una vacanza romana di propaganda per far conoscere al mondo intero le dure restrizioni della resa, i cui termini sarebbero stati formalizzati in una successiva cerimonia.
La pagina è tratta dalla prima edizione del 1946 di Simon and Schuster, New York. Nelle successive, il giudizio di Eisenhower fu am- morbidito, per pressioni politiche sugli editori.
Nel libro “Crusade in Europe”, Bantam Doubleday Dell Publishing Group, Inc. Garden City, N.Y., 1948, attribuito alla penna di Dwight D. Eisenhower, tranne un paio di “generosi” apprezzamenti sulle guarnigioni italiane delle Isole del Dodecanneso (However, it was quickly found that the Italian garrison had no stomach for fighting against anyone), non vi è molto da leggere sugli Italiani.
Eisenhower, di famiglia immigrata dalla Svezia, in origine sefardita residente in Germania, fece carriera, come il Segretario alla Difesa George C. Marshall, grazie alla protezione di Bernard Mannes Baruch, membro, con Henry Jr. Morgenthau e Felix Frankfurter, del triarcato che diresse la politica e la strategia militare degli Stati Uniti prima, durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale. Nell’infanzia mennonita, poi battista ed infine presbiteriano, Eisenhower nella vita si comportò sempre come un appartenente al popolo eletto, osservante delle scritture della Torah e ligio ai dettami del Talmud. Famosa la sua “dieta” imposta dal 9 maggio 1945 a tutti i Prisoners of War, Desarmed Enemy Forces e Surrendered Enemy Forces, ospiti nei campi di concentramento anglo-franco-statunitensi. Famose anche le sue disposizioni in applicazione del Piano Morgenthau per la pastoralizzazione della Germania, che portarono alla morte per inedia di oltre cinque milioni di civili tedeschi, in aggiunta ai morti per violenza.
Nel 1997 James Bacque pubblicò "Crimes and Mercies" (Delitti e Pietà - Un olocausto nascosto), il libro che rivelò che più di nove milioni di tedeschi, nella maggioranza civili, morirono a causa dello sterminio per fame e delle politiche di espulsione nei primi cinque anni del secondo dopoguerra. Quelle morti non furono accidentali, ma furono il risultato delle politiche deliberatamente genocide istituite da Henry Morgenthau e da Dwight D. Eisenhower. La tesi della ritorsione per la scoperta dei campi della morte è una scusa che non regge, perché la pianificazione iniziò molto prima, nel 1944. Si deve all'umanità di Herbert Hoover e di altri, se di tedeschi non ne furono uccisi di più negli anni del dopoguerra.
Consapevole che quel genocidio è stato mantenuto nascosto per cinquant'anni, non solo dai governi alleati ma anche dai governi tedeschi succedutisi dal 1949 ad oggi, James Bacque si è chiesto come sia potuto accadere che gli Alleati abbiano fatto morire di fame milioni di cittadini tedeschi. Bacque rende noto che vi furono anche delle brave persone: Herbert Hoover, Lionel Mackenzie King, Norman Robertson, Victor Gollancz e altri. L'operato delle brave persone condanna inesorabilmente quello dei criminali. I libri di Bacque rientrano in quella categoria di lavori che il potere costituito negli Stati Uniti e in Gran Bretagna non desidera che siano divulgati, con buona ragione! É sconvolgente leggere della deliberata politica degli Alleati per ridurre la popolazione tedesca dopo la guerra affamandola. Eppure è accaduto! É toccato a 5.700.000 tedeschi, per essere precisi, in aggiunta a 1.100.000 prigionieri di guerra fatti morire di fame, a 2.500.000 civili massacrati mentre fuggivano dalle regioni orientali e alle decine di migliaia di militari e di civili uccisi per inedia e maltrattamenti in Francia, mentre venivano fatti lavorare a forza. Fu una morte programmata, un autentico olocausto nascosto.
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