Il gruppo di Fascisti clandestini di Palermo
autodenominatosi “A NOI!”, dal titolo del giornale da essi pubblicato,
prese corpo negli ultimi mesi del 1943 dal collegamento dei gruppi
spontanei di fascisti raccoltisi intorno a Lorenzo Purpari, a Bellomo
(Movimento Populista), ad Angelo Nicosia, propagandista di idealità
mussoliniana, a Nicola Denaro foglio di squadrista, ma anche intorno al
sottoscritto, Aristide Mettler, che aveva organizzato un efficiente
servizio di assistenza ai camerati bisognosi e fuggiaschi insieme
all'amico Tommaso Baiardi.
I genitori di Denaro erano in contatto
con il Principe Valerio Pignatelli e con la Principessa.
Il 18 marzo 1945 il “ Giornale di
Sicilia” pubblicava un articolo intitolato : “Giovani deferiti
all'autorità giudiziaria militare !”
Il fatto incriminato: propaganda
fascista nel centrale Cinema - Teatro Biondo sito in Via Roma ( la
principale via di Palermo ) consistente nel lancio di manifestini e copie
del giornale ciclostilato “A NOI!“ una prima volta in gennaio ed una
seconda volta in febbraio.
Per questi fatti furono denunziati 18
giovani fascisti come diciannovesima un'infiltrata nell'organizzazione al
servizio dell' Intelligence Service.
Gli imputati furono deferiti al
Tribunale Militare Territoriale di Guerra. Alla fine del conflitto gli
atti venivano rimessi per l'ulteriore corso all' Autorità Giudiziaria
ordinaria.
La Sentenza emessa dalla Corte di
Appello di Palermo ( Sez. Istruttoria in data 21 giugno '47, depositata in
cancelleria il 28.6.47, procedimento penale n° 118/46 del reg.generale )
dichiarò di non doversi procedere contro gli imputati essendo i reati
commessi estinti per amnistia.
Dalla sentenza si apprende ed
evidenzia quanto segue:
1 ) che nella città di Palermo operò
dal 1943 un gruppo spontaneo di patrioti fascisti clandestini sorto
animosamente a contrastare la propaganda degli eserciti invasori,
occupanti il territorio della Patria , anche diffondendo un proprio organo
di stampa intestato “A NOI!” e portante un sottotitolo con scritto.
“Foglio del Partito Fascista Repubblicano - Sezione di Palermo“
arricchito dal disegno di un Fascio;
2 ) che tutti gli scritti del detto
organo clandestino furono di contestazione agli invasori della vera natura
della loro guerra che era diretta non a liberare l'Italia, come diceva la
loro propaganda, ma invece soltanto ad asservire il nostro popolo agli
interessi politici delle plutocrazie inglese e americana.
Perciò i fascisti di Palermo
affermavano la propria volontà di riscattare l'onore della Patria offeso
e vilipeso;
3 ) che l'arresto dei 18 fascisti del
gruppo “A NOI!” (così autodenominatosi all'insegna del grido fascista
di chiamata a raccolta degli amici e di sfida verso i nemici) era stato
voluto e causato dall'azione delatoria della diciannovesima imputata
Eufemia Tessitore, nata a Palermo il 28.4.1917, agente provocatore
dell'Intelligence Service, presso il quale prestava regolare servizio.
Su segnalazione del Capo della squadra
politica della Questura, maresciallo Campo - che incriminando la delatrice
dimostrò i suoi sentimenti patriottici - il Tribunale ritenne la
Tessitore colpevole di concorso nel reato di propaganda sovversiva per
aver fornito la carta utilizzata per la stampa dei manifestini.
I reati per cui furono incriminati i
fascisti di Palermo “ A NOI ! “ risultarono tutti coperti amnistia
concessa con D.P. del 22.6.46 per cui venne dichiarato il non luogo a
procedere per tutti gli imputati.
Ma oltre quel che è detto e
documentato nella sentenza debbo aggiungere quanto segue.
La pubblicazione e la diffusione del
foglio “A NOI!” continuò anche dopo il nostro arresto.
Anzi il lancio del foglio fu spinto
addirittura fin dentro la Questura di Palermo.
Quando fummo arrestati e reclusi nelle
camere di sicurezza della Questura di Palermo demmo libero sfogo ai nostri
sentimenti cantando inni fascisti.
Quando poi venimmo tradotto nel
carcere dell'Ucciardone ( Palermo) su carrozzelle da nolo continuammo a
cantare con più forza e veemenza sicché, arrivati nella centralissima
Piazza Politeama, si bloccò il traffico cittadino. I canti continuarono
poi fino all'ingresso del carcere.
Il gruppo fascista clandestino “A
NOI!” continuò ad operare ben oltre il nostro arresto. Nel dopoguerra
ci unimmo al Partito Nazional Social Fusionista per poi confluire in massa
nel MSI nel 1947.
Un particolare non trascurabile è che
il mattino del 14 gennaio 1945, quando fu effettuato il primo lancio del
foglio “A NOI!” numero 1 dal loggione del cinema - teatro Biondo,
tutto il pubblico del cinema insorse entusiasticamente inneggiando al
Duce, al Fascismo, all'Italia in una esplosione di fede patriottica di
popolo.
Fu una manifestazione inaspettata da
noi, che non speravamo una tale reazione, dopo le tante strombazzate
accoglienze alle truppe dell'invasore che quindi si rilevarono soltanto
interessate effusioni di opportunisti che speravano di ottenere miracoli
dai cosiddetti “ liberatori “.
Fu una manifestazione spontanea che è
rimasta impressa nella nostra memoria a conferma del fatto che molti più
di quanto non si pensasse e non apparisse avevano conservato nel proprio
intimo la fede fascista più radicata.
La cosa, evidentemente, preoccupò non
poco l' Intelligence Service e le autorità badogliane per cui furono
investiti della cosa i CC.RR. ( Reali Carabinieri) sempre zelanti che - in
occasione del secondo lancio del nostro foglio clandestino, sempre nello
stesso cinema - teatro, verso le ore 17.3o dell' 11 febbraio 1945. - erano
pronti ed irruppero nei locali del cinema numerosissimi ed armati di
moschetti che tennero puntati contro i presenti, che vennero tutti
perquisiti.
L'azione non ebbe esito alcuno in
quanto non produsse alcun arresto. Però il giovane diciassettenne Mario
Gulì, occasionalmente unitosi ai fascisti nel lancio del foglio n° 2 ,
tentò la fuga e fu inseguito fino alla sua abitazione.
Successivamente venne preso al suo
domicilio e , tradotto in Questura, venne sottoposto a brutali
interrogatori con metodi badogliani, per farlo parlare.
Egli conosceva soltanto alcuni degli
autori del secondo lancio. E quei nomi gli furono strappati. Gli stessi
nomi e gli altri erano già a conoscenza dell' Intelligence Service.
Così fummo arrestati in diciotto più
, come detto, la stessa delatrice, vittima della sua stessa trappola.
Nell'ordine in cui siamo citati nella
sentenza su riportata:
Maisano Francesco (cl.1927), Denaro
Nicolò (cl.1928), Monteverde Enrico (cl.1923), Gulì Mario (cl.1928),
Renda Guido (cl.1927), Mettler Aristide (cl 1925), Costa Aldo (cl.1929),
Paduano Giovanni (cl.1926), Sortino Salvatore (cl.1926), Bagnasco Carmelo
(cl.1923), Ferrara Giuseppe (cl.1928), Rocca Sergio (cl.1929), Alessandro
Giuseppe (cl.1928), Carrara Salvatore (cl.1925), Palmegiano Vincenzo
(cl.1927), Purpari Lorenzo (cl.1927), Leto Marcello (cl.1926), Lima
Gennaro (cl.1928), ed infine la spia Tessitore Eufemia Rosa (cl.1917).
Gli inquirenti anglo - americani
effettuarono interrogatori degli imputati nel tentativo di scoprire perché
eravamo ancora fascisti e cosa credevamo che fosse il Fascismo.
La mia risposta che verbalizzarono
sotto dettatura fu questa .
- Per me il Fascismo era e resta
l'amore per la Patria secondo una canzone che cantavamo e che dice: