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CONTROSTORIA FUTURA

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Atti del Convegno di Napoli (8 novembre 1998)

Sul gruppo fascista "A NOI!"

Testimonianza di Aristide Mettler

 
Il gruppo di Fascisti clandestini di Palermo autodenominatosi “A NOI!”, dal titolo del giornale da essi pubblicato, prese corpo negli ultimi mesi del 1943 dal collegamento dei gruppi spontanei di fascisti raccoltisi intorno a Lorenzo Purpari, a Bellomo (Movimento Populista), ad Angelo Nicosia, propagandista di idealità mussoliniana, a Nicola Denaro foglio di squadrista, ma anche intorno al sottoscritto, Aristide Mettler, che aveva organizzato un efficiente servizio di assistenza ai camerati bisognosi e fuggiaschi insieme all'amico Tommaso Baiardi.
    I genitori di Denaro erano in contatto con il Principe Valerio Pignatelli e con la Principessa.
    Il 18 marzo 1945 il “ Giornale di Sicilia” pubblicava un articolo intitolato : “Giovani deferiti all'autorità giudiziaria militare !”
    Il fatto incriminato: propaganda fascista nel centrale Cinema - Teatro Biondo sito in Via Roma ( la principale via di Palermo ) consistente nel lancio di manifestini e copie del giornale ciclostilato “A NOI!“ una prima volta in gennaio ed una seconda volta in febbraio.
    Per questi fatti furono denunziati 18 giovani fascisti come diciannovesima un'infiltrata nell'organizzazione al servizio dell' Intelligence Service.
    Gli imputati furono deferiti al Tribunale Militare Territoriale di Guerra. Alla fine del conflitto gli atti venivano rimessi per l'ulteriore corso all' Autorità Giudiziaria ordinaria.
    La Sentenza emessa dalla Corte di Appello di Palermo ( Sez. Istruttoria in data 21 giugno '47, depositata in cancelleria il 28.6.47, procedimento penale n° 118/46 del reg.generale ) dichiarò di non doversi procedere contro gli imputati essendo i reati commessi estinti per amnistia.
    Dalla sentenza si apprende ed evidenzia quanto segue:
    1 ) che nella città di Palermo operò dal 1943 un gruppo spontaneo di patrioti fascisti clandestini sorto animosamente a contrastare la propaganda degli eserciti invasori, occupanti il territorio della Patria , anche diffondendo un proprio organo di stampa intestato “A NOI!” e portante un sottotitolo con scritto. “Foglio del Partito Fascista Repubblicano - Sezione di Palermo“ arricchito dal disegno di un Fascio;
    2 ) che tutti gli scritti del detto organo clandestino furono di contestazione agli invasori della vera natura della loro guerra che era diretta non a liberare l'Italia, come diceva la loro propaganda, ma invece soltanto ad asservire il nostro popolo agli interessi politici delle plutocrazie inglese e americana.
     Perciò i fascisti di Palermo affermavano la propria volontà di riscattare l'onore della Patria offeso e vilipeso;
    3 ) che l'arresto dei 18 fascisti del gruppo “A NOI!” (così autodenominatosi all'insegna del grido fascista di chiamata a raccolta degli amici e di sfida verso i nemici) era stato voluto e causato dall'azione delatoria della diciannovesima imputata Eufemia Tessitore, nata a Palermo il 28.4.1917, agente provocatore dell'Intelligence Service, presso il quale prestava regolare servizio.
    Su segnalazione del Capo della squadra politica della Questura, maresciallo Campo - che incriminando la delatrice dimostrò i suoi sentimenti patriottici - il Tribunale ritenne la Tessitore colpevole di concorso nel reato di propaganda sovversiva per aver fornito la carta utilizzata per la stampa dei manifestini.
    I reati per cui furono incriminati i fascisti di Palermo “ A NOI ! “ risultarono tutti coperti amnistia concessa con D.P. del 22.6.46 per cui venne dichiarato il non luogo a procedere per tutti gli imputati.
    Ma oltre quel che è detto e documentato nella sentenza debbo aggiungere quanto segue.
    La pubblicazione e la diffusione del foglio “A NOI!” continuò anche dopo il nostro arresto.
    Anzi il lancio del foglio fu spinto addirittura fin dentro la Questura di Palermo.
    Quando fummo arrestati e reclusi nelle camere di sicurezza della Questura di Palermo demmo libero sfogo ai nostri sentimenti cantando inni fascisti.
    Quando poi venimmo tradotto nel carcere dell'Ucciardone ( Palermo) su carrozzelle da nolo continuammo a cantare con più forza e veemenza sicché, arrivati nella centralissima Piazza Politeama, si bloccò il traffico cittadino. I canti continuarono poi fino all'ingresso del carcere.
    Il gruppo fascista clandestino “A NOI!” continuò ad operare ben oltre il nostro arresto. Nel dopoguerra ci unimmo al Partito Nazional Social Fusionista per poi confluire in massa nel MSI nel 1947.
    Un particolare non trascurabile è che il mattino del 14 gennaio 1945, quando fu effettuato il primo lancio del foglio “A NOI!” numero 1 dal loggione del cinema - teatro Biondo, tutto il pubblico del cinema insorse entusiasticamente inneggiando al Duce, al Fascismo, all'Italia in una esplosione di fede patriottica di popolo.
    Fu una manifestazione inaspettata da noi, che non speravamo una tale reazione, dopo le tante strombazzate accoglienze alle truppe dell'invasore che quindi si rilevarono soltanto interessate effusioni di opportunisti che speravano di ottenere miracoli dai cosiddetti “ liberatori “.
    Fu una manifestazione spontanea che è rimasta impressa nella nostra memoria a conferma del fatto che molti più di quanto non si pensasse e non apparisse avevano conservato nel proprio intimo la fede fascista più radicata.
    La cosa, evidentemente, preoccupò non poco l' Intelligence Service e le autorità badogliane per cui furono investiti della cosa i CC.RR. ( Reali Carabinieri) sempre zelanti che - in occasione del secondo lancio del nostro foglio clandestino, sempre nello stesso cinema - teatro, verso le ore 17.3o dell' 11 febbraio 1945. - erano pronti ed irruppero nei locali del cinema numerosissimi ed armati di moschetti che tennero puntati contro i presenti, che vennero tutti perquisiti.
    L'azione non ebbe esito alcuno in quanto non produsse alcun arresto. Però il giovane diciassettenne Mario Gulì, occasionalmente unitosi ai fascisti nel lancio del foglio n° 2 , tentò la fuga e fu inseguito fino alla sua abitazione.
    Successivamente venne preso al suo domicilio e , tradotto in Questura, venne sottoposto a brutali interrogatori con metodi badogliani, per farlo parlare.
    Egli conosceva soltanto alcuni degli autori del secondo lancio. E quei nomi gli furono strappati. Gli stessi nomi e gli altri erano già a conoscenza dell' Intelligence Service.
    Così fummo arrestati in diciotto più , come detto, la stessa delatrice, vittima della sua stessa trappola.
    Nell'ordine in cui siamo citati nella sentenza su riportata:
    Maisano Francesco (cl.1927), Denaro Nicolò (cl.1928), Monteverde Enrico (cl.1923), Gulì Mario (cl.1928), Renda Guido (cl.1927), Mettler Aristide (cl 1925), Costa Aldo (cl.1929), Paduano Giovanni (cl.1926), Sortino Salvatore (cl.1926), Bagnasco Carmelo (cl.1923), Ferrara Giuseppe (cl.1928), Rocca Sergio (cl.1929), Alessandro Giuseppe (cl.1928), Carrara Salvatore (cl.1925), Palmegiano Vincenzo (cl.1927), Purpari Lorenzo (cl.1927), Leto Marcello (cl.1926), Lima Gennaro (cl.1928), ed infine la spia Tessitore Eufemia Rosa (cl.1917).
    Gli inquirenti anglo - americani effettuarono interrogatori degli imputati nel tentativo di scoprire perché eravamo ancora fascisti e cosa credevamo che fosse il Fascismo.
    La mia risposta che verbalizzarono sotto dettatura fu questa .
    - Per me il Fascismo era e resta l'amore per la Patria secondo una canzone che cantavamo e che dice:
 
                                                        Educhiamo la mente, il braccio e i cuori
                                                        per essere degni di parlare d'Amore
                                                        per essere degni di parlare d'Amore
                                                        e Amore ai nostri figli insegnare

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