Napoli è stata una delle città italiane più provate
dalla guerra.
Allo scoppio del conflitto era il porto principale verso la quarta sponda,
capolinea delle rotte marittime verso la Libia. Inoltre la presenza di numerosi
obbiettivi di interesse militare, come le officine aeronautiche dell’Alfa
Romeo di Pomigliano, il silurificio di Baia, i Cantieri Navali di Castellammare
di Stabia e quelli della Società Bacini e Scali Napoletani di Napoli,
lo spolettificio di Torre Annunziata e l’esistenza di molte importanti
industrie di interesse strategico come l ‘ ILVA di Bagnoli, la resero
bersaglio preferenziale delle incursioni aree alleate.
La città però rispose in maniera dignitosa e disciplinata e
il consenso allo sforzo bellico non venne a mancare neppure quando, dopo El
Alamein nel settembre1942, le sorti del conflitto cominciarono a declinare.
Da allora i bombardamenti non furono più destinati a singoli obbiettivi,
ma ebbero lo scopo di terrorizzare la popolazione per fiaccarne il morale
e provocare la caduta del fascismo soprattutto a metà del 1943 e agevolare
gli sbarchi in preparazione in Sicilia e a Salerno.
Napoli continuò però a sopportare stoicamente le più
gravi offese e solo in conseguenza dell’ imminente arrivo degli alleati
si creò una situazione di caos ingenerata da elementi sovversivi che
speravano di trarre vantaggio dal disordine derivato dal vuoto di potere tra
i tedeschi in partenza e i vincitori in arrivo.
La storia di Napoli dalle cosiddette quattro giornate alla fine del conflitto
fu un calvario umiliante di una città utilizzata come retrovia dello
sforzo bellico alleato.
Durante questo periodo la delinquenza, giunta al seguito delle truppe occupanti,
spadroneggiò e le conseguenze morali durano purtroppo fino ai nostri
giorni.
Ma ci fu dissenso diffuso, scontri, organizzazioni clandestine, fucilazioni,
carcere e campi di concentramento.
Per approfondire questi argomenti si terrà,
organizzato dall’ ISSES – Istituto di Studi Storici Economici
e Sociali - , un convegno a Napoli presso la Sala dell’Emeroteca Tucci
in Piazza della Posta Centrale il 5 marzo alle ore 9.30.
Porteranno il loro contributo ai lavori Antonio de Pascale, Paolino Vitolo,
Lucia Monda, Franco Lista, Luigi Argiulo, Sergio Tau, Stefano Arcella, Maurizio
Vitello, Enzo Erra, Francesco Fatica, Marilù Galdieri, Francesco Pavolini,
Giuseppe Parlato, Uccio de Santis, Bartolo Gallitto, Paolo Leone, Andrea Rotondi,
Paolo Zanetov, Fabio Gentile.